DALLARA
“UN ECOSISTEMA FORMATIVO PER LA SOSTENIBILITÀ DELL’IMPRESA”
Tra le questioni che oggi rendono preoccupante l’orizzonte delle imprese italiane ci sono i fenomeni dello skills shortage e dello skills mismatch. Nel nostro Paese non è immediato per un’azienda trovare lavoratori pronti a ricoprire con rapidità i ruoli e le funzioni per i quali sono chiamati, e anche all’interno delle imprese, le competenze possedute oggi dai collaboratori già inseriti rischiano di non essere allineate con le richieste di un mercato in continua evoluzione.
Quali strategie potrebbero essere efficaci nel medio e lungo termine? E quali iniziative potrebbero essere implementate già nel breve termine per rispondere sia al divario di competenze causato da un numero insufficiente di candidati, sia allo squilibrio di competenze derivante dalla rapida obsolescenza delle stesse?
PROFILO DELL’AZIENDA
DALLARA GROUP S.r.l.
IN DIALOGO CON
FOCUS DELL’INTERVISTA INNOVAZIONE DI POLICY
Formazione delle persone e sviluppo continuo delle competenze
IN DIALOGO CON L’IMPRESA – DALLARA
Un problema comune
Gianmarco Beltrami
Quello che noi abbiamo avvertito, e avvertiamo ancora oggi, come problema comune con altre realtà aziendali è la selezione di persone di qualità, formate e pronte ad entrare in azienda. È un tema che riguarda davvero tutti: dalla ristorazione alla sartoria, dall’elettronica all’informatica.
La scintilla che ci ha fatto capire cosa fare
Gianmarco Beltrami
Circa 15 anni fa, in Dallara abbiamo iniziato un percorso che si è tradotto, in primo luogo, in un affiancamento a persone disoccupate. Presso l’ITSOS Gadda di Fornovo, un istituto tecnico del territorio, abbiamo organizzato corsi per persone in cerca di lavoro che, dopo la formazione, hanno trovato un’occupazione. Questa esperienza è stata la scintilla che ci ha fatto capire cosa fare. Il territorio era lo stesso, stesse le aziende. Erano trascorsi solo pochi mesi. Cosa era cambiato? Che queste persone erano formate. Tengo a precisare che nessuna di loro ha trovato lavoro in Dallara, ma in altre realtà del territorio.
Imparare a mettere a fattor comune
Gianmarco Beltrami
Da lì è nata la volontà di costituire un comitato tecnico-scientifico. Abbiamo convocato attorno al tavolo alcune aziende del territorio attive in settori diversi. Ci siamo noi, che produciamo auto da corsa, c’è Barilla, che fa prodotti alimentari, e ci sono tante altre realtà imprenditoriali.
In primo luogo, abbiamo incominciato a mettere a fattor comune sia le esigenze formative delle persone che già sono in azienda (qui parliamo di reskilling), sia la formazione dei giovani che entreranno un domani in azienda.
Abbiamo formalizzato questa struttura e l’abbiamo chiamata Innovation Farm. È una consorzio senza scopo di lucro che coinvolge realtà aziendali ed enti del territorio: l’Unione Parmense Industriali attraverso il CISITA, enti di formazione istituzionali del territorio, l’ITSOS Gadda e la Provincia di Parma, che è proprietaria dei muri perché l’edilizia scolastica è appannaggio delle province.
Nel 2024 Innovation Farm ha festeggiato 10 anni. In questi anni abbiamo formato oltre 2000 persone che hanno trovato lavoro o che hanno potuto fare un salto in avanti nella loro carriera o imparato professioni nuove. Parliamo di percorsi formativi che esulano dagli studenti che già frequentano l’ITSOS Gadda.
Siamo andati oltre ogni aspettativa
Gianmarco Beltrami
C’è stato un coinvolgimento ampio. Le realtà partecipanti hanno donato soldi, competenze e macchinari, oltre ogni aspettativa. Oggi Innovation Farm è un hub. Il gruppo delle aziende partner si è allargato anche ad imprese fuori da questo territorio, che forniscono materiali, attrezzature, banchi di prova, torni, e frese. Insieme, queste aziende hanno trasformato l’Innovation Farm e i laboratori dell’Istituto Gadda in uno show-room permanente, dove vengono messi in esposizione, per alcuni mesi, i nuovi macchinari prima di essere lanciati sul mercato.
Questo significa che i giovani che si diplomano presso l’Itsos Gadda o le persone che seguono i corsi di formazione continua in Innovation Farm possono lavorare sulle più moderne attrezzature disponibili sul mercato. In alcuni casi, nemmeno noi in Dallara abbiamo attrezzature così avanzate!
Un’idea che funziona e genera numeri
Gianmarco Beltrami
Innovation Farm ha ispirato altre iniziative analoghe su tutto il territorio nazionale. A Parma è nato Food Farm, grazie ad aziende del settore alimentare come Barilla e Parmigiano Reggiano.
Da qualche mese abbiamo a Langhirano, patria del prosciutto di Parma, anche la nuova Academy del Prosciutto, una scuola di formazione legata al mondo del prosciutto crudo di Parma e gestita dalla stessa dirigente scolastica dell’ITSOS Gadda.
È nato anche TECH FARM, che ha trovato sede presso l’Università di Parma.
Insomma, ci sono una serie di iniziative sul territorio che vedono Innovation Farm come esempio e capofila di nuove filiere formative. Ne siamo molto felici, noi non siamo assolutamente gelosi dell’idea!
Lo dico per confermare che si tratta di un metodo, un modo di lavoro comune che funziona, che genera numeri e che serve alle aziende.
Nel 2014 la Dallara ha acquisito un’azienda fornitrice di manufatti in materiale composito: allora c’erano 45 persone, oggi sono oltre 200. Se non avessimo avuto Innovation Farm non avremmo mai potuto trovare persone così qualificate da inserire in azienda. Perché non esiste scuola che ti insegni come laminare il carbonio o che fresare un telaio di Formula 1.
Per noi, ma non solo
Gianmarco Beltrami
La formazione è per noi, ma non solo per noi. Gli studenti vengono qui da tutta Italia per formarsi e poi, magari, trovano occupazione in altre aziende del settore automotive. Innovation Farm è un polo di eccellenza e un acceleratore di innovazione. Il nostro fresatore più esperto probabilmente è stato formato molti anni fa su macchinari che oggi non si usano più. Le nuove attrezzature a controllo numerico presuppongono un aggiornamento continuo delle competenze e la formazione continua diventa una necessità.
Per questo il reskilling è strategico
Gianmarco Beltrami
l reskilling – lo dico in tono scherzoso – è la nostra condanna! Noi dobbiamo continuare a formare le persone che abbiamo in azienda, ognuno nel proprio campo. Oggi tutti devono continuamente aggiornarsi. Poi ci sono attività specifiche che richiedono un reskilling continuo. Pensiamo al fresatore di cui sopra ma anche alla più semplice operazione del nostro mondo, la saldatura. Probabilmente, qui, l’evoluzione delle competenze è più lenta rispetto ad altre operazioni, ma c’è.
Non raramente le persone più esperte in azienda diventano i primi insegnanti nelle scuole di formazione continua che si trovano nel nostro territorio, come Innovation Farm. Qui abbiamo coinvolto Manpower, realtà che si occupa di “vendere” professionalità alle aziende. Oltre ad avere investito soldi nella struttura, Manpower è oggi a fianco del Consorzio delle aziende. Da un lato per capire sempre più precisamente quali figure professionali mancano nel nostro settore, e, dall’altro per erogare percorsi specifici al fine di disporre di persone professionalizzate e dall’elevata employability.
Un percorso formativo disegnato ad hoc: il “prima” …
Gianmarco Beltrami
Innovation Farm è una tappa intermedia nel percorso di apprendimento che abbiamo immaginato. Ci sono un “prima” e un “dopo”.
Il “prima” sono le scuole: ai bambini delle elementari proponiamo la caccia al tesoro tra le nostre auto, o altri giochi, ma qualche concetto legato al mondo delle auto incominciamo a trasmetterlo. Già alle medie cerchiamo di accendere la scintilla, introducendo alcuni concetti di scienze, e ancora di più alle superiori, dove passiamo alla fisica.
Nei nostri laboratori, attraverso esperimenti e didattiche attive, gli studenti comprendono in che modo le leggi della fisica studiate a scuola si applicano al mondo delle auto e della progettazione. Spieghiamo loro concetti come l’aereodinamica, la dinamica del veicolo, i materiali compositi, la sicurezza, ecc. Utilizzare esperimenti che mi facciano capire la reale applicazione della legge fisica sottostante all’esperimento stesso, mi aiuta a fissare più facilmente nella memoria il concetto teorico che voglio studiare.
Nell’ultimo anno scolastico abbiamo accolto circa 5.200 studenti provenienti da 129 istituti diversi non solo di Parma e provincia, ma spaziamo in tutta Italia.
L’attività dei laboratori didattici per Dallara ha una connotazione quasi filantropica: non è economicamente sostenibile ma la si fa volentieri per i ragazzi, perché vogliamo scatenare in loro la passione verso il nostro mondo facendogli capire che, per arrivare un domani a progettare un’auto da Formula 1, devono essere curiosi, non aver paura di imparare e di studiare.
… e il “dopo”
Gianmarco Beltrami
Prima abbiamo l’accensione della scintilla con i laboratori didattici. A seguire la formazione presso gli istituti tecnico-scientifici e successivamente ITS e IFTS: due anni di formazione specialistica per chi non intende iscriversi all’Università.
Dopo c’è MUNER1 MUNER – Motorvehicle University of EmiliaRomagna è stata fondata nel 2017 su impulso di un gruppo di aziende con l’appoggio della Regione Emilia-Romagna. L’iniziativa vede coinvolte quattro diverse università locali d’eccellenza. Oggi MUNER offre tre corsi di laurea magistrale di alto livello suddivisi in 9 curricula. Gli iscritti, di provenienza internazionale, studiano in un ambiente altamente innovativo, con tecnologie d’avanguardia e un approccio fortemente orientato alla pratica. https://www.motorvehicleuniversity.com https://www.motorvehicleuniversity.com/about-muner/ che è l’acronimo di Motorvehicle University dell’EmiliaRomagna, un’esperienza unica nel suo genere, risultato dell’intesa e della stretta sinergia delle quattro Università della Regione e delle principali aziende della Motor Valley (Ferrari, Lamborghini, Maserati, Pagani, Dallara, Ducati, Alpha Tauri, Magneti Marelli, Haas Formula1 e HPE Coxa). Muner è nata perché fortemente voluta dalle aziende del nostro territorio che condividono la carenza di profili specialistici nel settore racing e automotive. Abbiamo riunito aziende, quattro università, il Ministero, la Regione! La nostra fortuna è stata poter collaborare con l’ Assessore Regionale di allora, Patrizio Bianchi, poi divenuto Ministro nel Governo Draghi. Lui ci ha offerto un grandissimo aiuto.
Tutte le aziende consorziate sono coinvolte direttamente nell’iniziativa tanto da mettere a disposizione i loro tecnici per fare lezione ai ragazzi e le attrezzature aziendali per favorire l’apprendimento sul campo. Sono sempre presenti agli eventi che organizziamo e confermano con la loro presenza il “Noi ci crediamo”. Oggi MUNER non è composta solo dalle 10 aziende fondatrici, ma anche da altre aziende. Ad esempio Bosch, azienda tedesca, ha una sede in Italia nella Motor Valley e collabora sulla formazione elettronica dei ragazzi che studiano in MUNER.
Anche in questo caso parliamo di un consorzio senza scopo di lucro, dove le aziende investono risorse economiche ma, soprattutto, mettono a disposizione attrezzature, strumenti, persone e competenze.
Ancora, abbiamo i master che specializzano nel nostro settore che sviluppiamo con la Bologna Business School. Oggi c’è bisogno di profili manageriali che dispongano almeno in parte anche di competenza tecnica e che sappiano gestire risorse sia economiche che umane. Non è facile avere questo tipo di manager.
Con questo ultimo passo, possiamo affermare di aver coperto tutto il ventaglio della formazione, dalle scuole elementari fino ai master professionali.
Gli obiettivi della Motor Valley
Gianmarco Beltrami
La Motor Valley è un territorio ricco di storia e tradizione nel mondo dei motori e della velocità a due e quattro ruote. La nostra è un’area con un tasso di disoccupazione bassissimo. Piuttosto, abbiamo il problema contrario: riuscire a coprire tutte le posizioni aperte. E questo vale un po’ per tutti i profili, non solo per il bravissimo progettista aerodinamico, ma anche per i montatori, i meccanici, i disegnatori tecnici, i laminatori di carbonio, ecc…
Ma le competenze evolvono e noi dobbiamo rimanere al passo coi tempi e con le sfide che quotidianamente ci vengono poste dal mercato e dalla legislazione.
Tradizionalmente l’obiettivo dell’Associazione Motor Valley era di far diventare l’Emilia Romagna un territorio da visitare per poter toccare con mano la storia ed il futuro dei motori e della velocità attraverso i musei aziendali, le collezioni provate e gli autodromi.
A questo si affianca l’obiettivo ancora più sfidante di far diventare la Motor Valley il luogo dove trovare il migliore know how tecnico possibile. E questo obiettivo cerchiamo di perseguirlo lavorando tutti insieme con il massimo impegno possibile.
Nuove alleanze pubblico-privato attorno a fini condivisi
Gianmarco Beltrami
Oltre a Muner, che è una bellissima conferma di quanto possa essere potente l’alleanza tra il pubblico ed il privato, mi piace portare un altro esempio.
Dallara è uno dei fondatori dell’iniziativa Parma Io ci sto, insieme a Chiesi, Barilla, Università di Parma e Fondazione Cariparma. Oggi ci sono oltre 100 aziende associate che si ritrovano periodicamente per condividere le best practicies, per definire gli obiettivi prioritari comuni ed il modo migliore per raggiungerli. Questo progetto è stato, ad esempio, il volano che ha acceso e portato a realizzazione tutte le farm citate in precedenza sul territorio della Provincia di Parma.
La formazione e la generazione di competenze utili al tessuto imprenditoriale e sociale ha ispirato altri territori, perché convincente nei suoi esiti e di fondamentale importanza per lo sviluppo sociale ed economico di un’area.
Creare le condizioni per rigenerare il sistema
Gianmarco Beltrami
Diverse realtà hanno capito che la formazione parte da lì e che è necessario avere persone preparate sul territorio o disponibili ad arrivare da fuori. Le aziende non possono essere competitive se non è competitivo il territorio nel quale si trovano ad operare. Poi, certo, si apre il tema dell’accoglienza e della possibilità di trasferirsi ed inserirsi per chi viene da fuori sede.
Come azienda abbiamo recentemente acquistato un terreno a Varano De’ Melegari con l’intento di costruire uno studentato Dallara, dove in futuro abiteranno i ragazzi che frequenteranno i nostri corsi.
Siamo cambiati e cambieremo ancora molto
Gianmarco Beltrami
In questi anni ho visto l’azienda cambiare molto: il livello di complessità è cresciuto, i progetti che seguiamo sono sempre di più e le sfide che il mercato ci pone sono sempre più difficili. Quando sono entrato in azienda, 13 anni fa, alla riunione mensile dei dirigenti, oltre al sottoscritto ed ai responsabili dell’amministrazione e dell’HR, c’erano solo profili tecnici. Oggi abbiamo 20 dirigenti e circa 60 manager. Inoltre, abbiamo introdotto la figura del Business Unit Manager: sono tre dirigenti a capo dei tre settori di attività dell’azienda – il racing, l’automotive e l’aerospace and defence. A capo delle tre Business Unit abbiamo persone che gestiscono il rapporto coi clienti, i budget di progetto, le risorse umane ed economiche, i tempi di consegna e di fornitura ed i capi progetto assegnati ad ogni singola attività in corso. Questa è stata un’altra variazione importante: il modello gestionale.
La figura manageriale è stata introdotta su vari livelli, ora abbiamo un controllo di gestione sia economico che industriale che prima avevamo solo abbozzato. Stiamo facendo un importante lavoro con figure esterne e interne su tutta la gestione della logistica che per noi è un bel generatore di complessità: il nostro magazzino è nel mondo al seguito delle gare e dei diversi campionati, perché se la gara è a Montecarlo, allora il magazzino deve essere a Montecarlo! Stiamo cambiando ancora molto: come dice spesso l’Ingegner Dallara, abbiamo la certezza che domani non sarà uguale ad oggi.
I fattori del successo
Gianmarco Beltrami
Fattori di successo per noi sono state le attività di ricerca e sviluppo. Noi siamo condannati ad investire nella ricerca. Se vogliamo rimanere sulla leading edge della tecnologia e delle competenze, dobbiamo offrire ai nostri clienti sempre nuovi materiali, una nuova forma aerodinamica, una nuova soluzione nelle sospensioni. La nostra esigenza è quella di essere sempre innovativi, altrimenti, nel nostro mondo, ti superano immediatamente.
Il DNA competitivo aiuta tanto: anche se non vinci, impari qualcosa dall’avversario e se vinci, l’altro avrà imparato da te. È stressante questa dinamica, ma molto bella! Ti metti sempre alla prova sfidandoti a cercare nuove soluzioni.
Noi investiamo tanto nella ricerca
Gianmarco Beltrami
Quando vado a vedere i materiali compositi, settore in cui c’è tanta ricerca, oggi vedo cose impensabili tre anni fa. Abbiamo un’auto che corre in Giappone la cui carrozzeria è fatta di lino e sughero… il tema della sostenibilità, i materiali biodegradabili, la circolarità: sono sicuro che tra altri tre anni ci saranno belle novità!
Come azienda, investiamo molto nella ricerca e nello sviluppo. Negli ultimi cinque anni siamo ad una media del 15% del fatturato per attività di Ricerca e Sviluppo, quando la media nazionale è 1,5% degli utili.
Spesso è ricerca in house. A volte è ricerca finanziata con bandi europei, oppure attraverso il PNRR. Altre volte la ricerca la sviluppiamo con i nostri fornitori come, ad esempio, nel campo dei materiali innovativi. Noi non siamo chimici o produttori di fibra di carbonio, ma ci approvvigioniamo di materiale che abbiamo co-sviluppato, e sul quale abbiamo, talvolta, un’esclusiva di utilizzo per alcuni anni in cambio dello sviluppo che facciamo con loro. L’engineering by Dallara ha un valore sul mercato, ma al di là dell’aspetto economico, è la capacità di sviluppare insieme ai fornitori che può fare la differenza
Imparare sempre qualcosa di nuovo
A gennaio siamo andati nello spazio con Walter Villadei. Guarda caso, a studiare un materiale che ha il potere di proteggere il corpo degli astronauti dai Raggi Gamma. Qui non si parla di sicurezza del pilota, ma dell’astronauta! È tutto allineato con i nostri valori. Abbiamo imparato a conoscere un nuovo materiale, e magari lo testeremo in condizioni estreme, in assenza di gravità, dove saremo stimolati a pensare alla leggerezza…
Insomma, cerchiamo di renderci difficile la vita per imparare sempre qualcosa di nuovo.
Anche John Kennedy, alla domanda “perché andate nello spazio” rispose: “Non lo so esattamente, ma so soltanto che è molto, ma molto difficile”. Ecco: le difficoltà, le condizioni estreme e la necessità di fronteggiare aspetti sempre più sfidanti, ti stimolano a produrre soluzioni innovative.
- 1MUNER – Motorvehicle University of EmiliaRomagna è stata fondata nel 2017 su impulso di un gruppo di aziende con l’appoggio della Regione Emilia-Romagna. L’iniziativa vede coinvolte quattro diverse università locali d’eccellenza. Oggi MUNER offre tre corsi di laurea magistrale di alto livello suddivisi in 9 curricula. Gli iscritti, di provenienza internazionale, studiano in un ambiente altamente innovativo, con tecnologie d’avanguardia e un approccio fortemente orientato alla pratica. https://www.motorvehicleuniversity.com https://www.motorvehicleuniversity.com/about-muner/